Vhils: quando l’arte urbana diventa memoria collettiva

Nato a Lisbona nel 1987, Alexandre Farto, meglio conosciuto come Vhils, è oggi una delle voci più autorevoli della street art internazionale. Il suo stile è unico: non aggiunge colore ai muri, ma li incide, li scava, li frantuma. Una sorta di “archeologia del presente”, che porta alla luce storie e identità nascoste negli strati della città.

Ma la vera forza di Vhils non è soltanto estetica: è la relazione con le comunità locali. Per lui l’arte non è mai un gesto isolato, ma un dialogo vivo con chi abita quei luoghi.

Distruggere per rivelare

La sua poetica si fonda sulla distruzione creativa: un modo per andare oltre la superficie e dare visibilità a ciò che di solito resta nascosto. 

Dalle favelas di Rio de Janeiro ai quartieri periferici di Lisbona e Pechino, Vhils ascolta, raccoglie volti e storie, e li trasforma in ritratti scolpiti nei muri. Ogni incisione diventa così un monumento alla quotidianità, un atto di restituzione e memoria condivisa.

L’arte come infrastruttura sociale

Il lavoro di Vhils va oltre l’intervento artistico: spesso diventa un processo partecipativo. Gli abitanti sono co-autori, protagonisti attivi della trasformazione dello spazio pubblico. I muri non dividono, ma raccontano.

Questa attenzione alla dimensione collettiva si ritrova anche nei suoi progetti con istituzioni internazionali come il MAAT di Lisbona, il Palais de Tokyo di Parigi o il CAFA Art Museum di Pechino, dove l’artista integra installazioni, documentari e pratiche comunitarie.

Scratching the Surface: una filosofia

Il celebre progetto “Scratching the Surface” è molto più di una tecnica: è una metafora. Scalfire la superficie significa rompere le apparenze, ma anche scavare nella memoria di un luogo. Ogni parete diventa pelle urbana, da incidere con rispetto per svelarne le storie.

La ricerca di Vhils si esprime attraverso una pluralità di media: esplosioni controllate, cinema, videoarte, teatro. Ogni linguaggio è occasione per dare voce agli “invisibili”, a chi normalmente resta ai margini.

Un artista-meditatore tra passato e futuro

L’opera di Vhils è un atto estetico, politico e sociale. Nei suoi muri incisi emergono i volti delle comunità dimenticate, le identità sommerse, le storie che meritano di essere raccontate.

Più che un artista urbano, Vhils è un mediatore tra memoria e presente, tra individuo e collettività. La sua arte ci invita a rallentare, osservare e ascoltare. E a ricordare che ogni città è fatta di storie — e che ogni storia merita di essere incisa nella pietra.

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