Tellas è uno degli street artist più riconosciuti della scena internazionale contemporanea. Nato a Cagliari nel 1985, la sua arte nasce nella Sardegna arida e isolata, trasformando ciò che è visivamente quotidiano in paesaggio interiore ed estetico.
Radici visive: la natura interiorizzata
Il lavoro di Tellas è profondamente radicato nella percezione intima degli elementi naturali: foglie, ramificazioni, specchi d’acqua. Questi elementi emergono nei suoi murales, nei disegni e nelle installazioni come sintassi astratta e meditativa, densa di segni sottili ma decisi.
La sua poetica si nutre di una contemplazione della natura che diventa forma visiva, un codice silenzioso fatto di ritmi, texture e pattern minimali che evocano luoghi, memorie e atmosfere.
Un linguaggio visivo sperimentale
Non si limita ai muri: Tellas lavora anche su carta (disegni e grafica), stampa, installazioni audio-video e perfino progetti multimediali come “Spettro”.
La sua attenzione al dettaglio e alla presenza del vuoto o quasi rende le sue opere riconoscibili eppure rarefatte: pochi colori, poche linee, un ritmo che evoca senza nominare.
Scale pubbliche e attenzione contestuale
Tellas ha sviluppato una carriera negli spazi urbani – murales di grande scala in città europee, americane e asiatiche – sempre concepiti con attenzione al contesto locale.
Opere come “Wrapped” a Roma mostrano come la sua pittura possa dialogare con l’architettura, integrarsi nel tessuto urbano e trasformare intere superfici in paesaggi sospesi.
Una delle sue opere più riconosciute è “Under the City”, realizzata a Cagliari, che testimonia attraverso linee e forme il legame con le radici e con l’idea di spazio pubblico vissuto, mutabile e condiviso.
Approccio meditativo e non imposto
Tellas privilegia la riflessione personale alla retorica visiva. Le sue opere nascono dall’osservazione del luogo, dalla memoria e da un forte bisogno di introspezione. Non cerca lo slogan o il messaggio esplicito, ma la texture emotiva dello spazio trasformato con delicatezza.
Anche la scelta di lasciare che le sue opere invecchino naturalmente è parte del suo approccio: il tempo e gli agenti atmosferici non sono nemici, ma elementi che permettono all’opera di continuare a respirare con la città, evitando il restauro artificiale che ne altera l’intensità originale.
Arte pubblica come paesaggio interiore
Che dipinga mura, supporti cartacei o ambienti suggestivi, Tellas trasforma la superficie in luogo di incontro tra naturale e artificiale. I suoi disegni, anche nei grandi murales, funzionano come frammenti di paesaggio mentale, pensati per rallentare lo sguardo, generare quiete e rendere lo spazio vissuto più vicino all’idea del paesaggio.
Tellas non mostra semplicemente la natura: la reimmagina come esperienza sensibile, resa possibile nei luoghi più impensati. La sua arte è lentezza e ascolto, visibilità e condivisione.
In un panorama urbano dove l’immagine urla, il suo disegno sussurra: e in quel sussurro abita la profondità del segno, che apre allo spazio interiore.